Anche quest’anno abbiamo voluto “indicare” che in questo tempo forte dell’anno ci possiamo mettere in cammino su una “strada” che ci porta al Santo Natale. I segni possono essere il silenzio e la sobrietà che portano però la grande Speranza del Signore che viene.
Il cammino che abbiamo voluto realizzare, rappresenta quello che possiamo constatare in questo tempo dell’anno guardando la Natura e alimentando dentro di noi sempre la speranza in un tempo di gioia e di pace per noi e per il mondo intero.
Questa la riflessione proposta quest’anno dalla CEI per il tempo dell’Avvento:
“Ascoltare la natura”
Il primo elemento che ci parla del significato dell’Avvento, ancor prima dei gesti e dei gesti liturgici, è la natura stessa con i suoi ritmi stagionali. Siamo nel tempo autunnale/invernale, quando i giorni si
accorciano sempre di più, le tenebre sembrano prevalere sulla luce e la natura sembra assopirsi e morire. Gli alberi si spogliano delle loro foglie,
non vediamo più i vivaci colori dei fiori della primavera e dell’estate. La natura quindi con il suo silenzioso linguaggio ci invita a meditare sul senso della storia; a guardare all’orizzonte della storia dell’umanità per scorgere un segno di speranza, per cogliere una presenza e ravvivare l’attesa di un incontro. Se sappiamo ascoltare i segni delle stagioni, già possiamo scoprire qualcosa di ciò che celebra il tempo di Avvento: una storia che attende l’incontro con il suo Signore. [Dal sussidio per l’Avvento della CEI]
Davanti la “strada d’Avvento:
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa;
nessun impuro la percorrerа.
Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere
e gli ignoranti non si smarriranno.
Isaia 35, 8
Sulla radice:
“Dalla radice di Iesse spunterà un germoglio, tutta la terra sarà piena della gloria del Signore, e ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.”
(Cfr. Is 11,1; 40,5; Lc 3,6) Dalla liturgia