Consiglio Pastorale Parrocchiale
COMPOSIZIONE
Sacerdoti incardinati
- Don Franco Proietto
- Don Fernando Cianfriglia
- Don Jean Willy Bomoi Nkanda
Laici, rappresentanti dei gruppi e associazioni parrocchiali:
- Katiuscia D’Amico (Segretaria)
- Maria Antonietta Ciprari
- Andrea Cecconi
- Enrico Ottaviani
- Giovanni Buzzeo
- Anna Ierussi
- Giovanni De Prosperis
- Giulia Stazi
- Ines Gallo
- Maria Pia Valente
- Mirna Pompili
- Gianluca Fontana
- Velia Marchetti
- Bernardino Nardecchia
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è un organismo che tende a favorire la comunione tra il parroco e i parrocchiani, per favorire la partecipazione dei fedeli e coinvolgerli in modo responsabile.
Il Consiglio Pastorale in concreto «si propone di ricercare, discutere e presentare pareri e suggerimenti concreti in ordine all’opera da svolgere in parrocchia.».
Gli scopi del Consiglio sono in particolare:
- vivere e favorire la comunione ecclesiale;
- partecipare efficacemente alla realizzazione e allo sviluppo delle attività parrocchiali, per il raggiungimento dei suoi fini;
- lavorare in piena fraternità, disponibilità e amicizia;
- individuare e determinare in modo approfondito i bisogni, le esigenze, i limiti della parrocchia, e gli interventi che sarebbero necessari;
- studiare e programmare un’azione concreta in conformità con le direttive del Vescovo diocesano;
- coordinare le varie forme di azione pastorale della parrocchia;
- verificare attentamente e con oggettività i risultati ottenuti e, se occorra, suggerire modifiche, correzioni, aggiunte.
Queste le principali caratteristiche del Consiglio Pastorale Parrocchiale:
1°- Il Consiglio parrocchiale è un organismo di carattere ecclesiale della comunità locale di cui fa parte, come il Consiglio diocesano è un organismo proprio della diocesi a motivo della sua istituzione giuridica, esso ha carattere pubblico.
2°- È un organismo pastorale, perché tale è essenzialmente il fine e l’attività a cui esso è ordinato e che di fatto esercita nelle Chiese.
3°- È un organismo di comunione e di partecipazione, a servizio della parrocchia.
4°- È in senso proprio un ufficio o ministero esercitato in nome e per autorità della Chiesa, in una delle più importanti comunità di fedeli costituita nell’ambito diocesano.
5°- Non è né può essere un ufficio burocratico, anche perché manca di qualsiasi competenza amministrativa: è un organismo direttivo di programmazione e di coordinamento pastorale, diretto allo sviluppo e alla crescita delle varie attività della parrocchia.
6°- È un organismo stabile, di carattere permanente, che dura nel suo incarico per un tempo limitato, e si rinnova periodicamente.
7°- È un organismo vario, composto di sacerdoti e di diaconi del clero secolare, di religiosi e di religiose di vita consacrata e, soprattutto, di laici.
8°- Non ha carattere puramente elettivo, perché i suoi membri sono tali per norma di diritto e per nomina del parroco o infine per elezione, da svolgersi secondo le modalità prescritte.
9°- Ha soltanto valore consultivo, e non decisionale o deliberativo, che non vincola l’autorità del parroco o del vescovo: e questa una formale disposizione del canone 536 §2) del Codice di Diritto Canonico.
Il Consiglio pastorale della parrocchia è espressione della comunità parrocchiale.
La sua struttura è varia e, a norma del canone, esso comprende:
- il parroco, che ne è il presidente;
- tutti coloro che partecipano alla cura pastorale della parrocchia: vicari parrocchiali, sacerdoti e diaconi diocesani, religiosi e religiose (membri di diritto);
- un segretario la cui nomina è fatta dal parroco che lo sceglie tra i membri del Consiglio o al di fuori di esso.
- vari laici appartenenti alla comunità.
I membri laici, che costituiscono la maggioranza, sono eletti secondo le modalità prescritte oppure sono nominati dal parroco col parere dei membri di diritto.
Condizione indispensabile per far parte del Consiglio pastorale è che i membri siano in piena comunione con la Chiesa cattolica: tale norma è giuridicamente vincolante, a termine del can. 512, § 1.
La scelta dei membri laici deve essere ordinata e varia, in modo che sia rappresentata l’intera comunità parrocchiale.
Le doti richieste: i membri del consiglio, che hanno compiuto il diciottesimo anno di età, devono distinguersi: per fede sicura, per integrità morale, per prudenza, nel senso più ampio del termine latino: avvedutezza, esperienza e competenza
La durata del Consiglio: il Consiglio viene costituito a tempo determinato con incarico di tre, quattro oppure cinque anni.
Funzioni del presidente
La presidenza del Consiglio parrocchiale spetta di diritto al parroco che è il vero animatore del Consiglio e il centro della sua unità. Spetta al parroco nella sua qualità di presidente:
- convocare il Consiglio pastorale
- stabilire un ordine del giorno
- presiedere le riunioni o nominare un delegato
- favorire la partecipazione di tutti
- dirigere e coordinare i lavori
- riassumere conclusioni
- approvare in via definitiva quanto deciso collegialmente
Cfr: L.Chiappetta, Il Manuale del Parroco, commento giuridico-pastorale (II ed), EDB, 2015